Avevo una scatola di cartone riempita con striscette di cartoncino, ritagli e scarti rimasti di un’operazione che avevo eseguito qualche mese prima. Non li avevo gettati. Grande rispetto ho per la carta e poi…tutte quelle striscette di varie misure: larghe, sottili, lunghe, corte; mi avevano incuriosito e le avevo lasciate proprio lì, dentro, perché sapevo che mi avrebbero atteso per suggerirmi qualche loro utilizzo, avrebbero dato, probabilmente, concretezza a un pensiero creativo a forme elaborate e a nuove soluzioni.
Ho aperto la scatola striscette di cartoncino tipo “bristol” che avevo raccolto di varie dimensioni: lunghe e corte, larghe e sottili, di colore bianco, avorio e nero.
In quel momento avevo a disposizione un materiale: il laminil (poliplat o carton plume), costituito da una lastra ottenuta dall’unione tra un foglio di polistirene espanso estruso e due fogli di cartoncino.
All’inizio ho tagliato delle strisce di laminil di larghezza 6 cm per una lunghezza a piacere. Ho inciso, passando da parte a parte, la superficie con un taglio orizzontale e l’ho ripetuto lungo la direzione verticale del pannello, ogni 6 cm. Mi sono fermata a pensare, guardando quello che avevo in mano. Da una parte, la striscia di laminil, dall’altra le striscette di cartoncino tipo “bristol”. Ho considerato il tutto. Ho preso in esame il corrispondente significato delle parole: fascetta o striscia o “striscetta” e in cucito fettuccia o nastro o “filo”.
Data l’azione, riflettendo, che queste due elementi, così preparati, mi suggerivano ho pensato che stavo per procedere a una “operazione di tessitura”. L’ORDITO è la superficie in laminil, compatta, rigida (rigidità che non mantiene sempre poiché reagisce alle situazioni ambientali e non solo, anche all’operazione di tessitura). La TRAMA sono i tagli, le incisioni che eseguo (orizzontali, verticali, obliqui), da parte a parte. L’INTRECCIO o TESSITURA è dato dal dentro e fuori, nei vari tagli, delle fascette o striscette o fettucce o fili di varie dimensioni in lunghezza e larghezza. Ho ottenuto un “TESSUTO”, una superficie intrecciata, percorsa da fascette o striscette o fettucce o fili che a mano a mano che inserisco sono soggetti a un ritmo in un primo momento inatteso perché legato a un pensiero in bozzolo ma poi tutto si lega a un ragionamento, a un’azione e tutto ciò subisce una metamorfosi.
Ho modificato l’obiettivo principale del mio studio (effetti della luce su una “forma”, ecc.), ma non del tutto. Infatti, ho unito due “finalità”: aree in luce e in ombra generate dal materiale usato e il significato che avrei attribuito alle fascette o striscette o fettucce o fili che avrei intrecciato.
Ho iniziato con il prendere in considerazione il significato e l’estensione di alcune azioni e parole, ne ho verificato l’autenticità e l’oggettività, applicandole alle mie opere.
Il “filo” continuo e spezzato che può essere paragonato all’ESISTENZA, che in sé racchiude più significati e cioè diventa: arco vitale, vita, realtà, presenza ed esistenza. E’ il modo di essere. La “NARRAZIONE” dell’esistenza si apre e si chiude in un continuo susseguirsi di intrecci descrivendo la TESSITURA che è intesa come l’insieme degli eventi più importanti contenuti in un racconto.
E allora racconto la “STORIA” la costruisco, è un racconto, un insieme di vicende e avvenimenti. Uso le “striscette o fili”, li giro dentro e fuori. Le “Storie” sono anonime: striscette o fili bianchi o neri “muti”. Non si conoscono nomi, né come si sono sviluppate le “esistenze”, ma s’immagina intrecciando che corrispondano a una verità. Non solo tesso con le striscette o fili ma la loro evoluzione narra le storie e queste si amplificano nel proiettarsi sulle superfici. I profili delle striscette o fili si espandono nelle ombre descrivendo con maggior forza l’Esistenza.
COSTRUZIONE
“Striscette o fili”, estensibili e flessibili, sono nell’evoluzione che compiono…capaci di modellare lo spazio, danno forma a linee curve, qualvolta a volute, ampie e strette, aperte e chiuse, nodi: la TESSITURA.
L’ORDITO, inteso come tutta la superficie del pannello in laminil, è importante. Ogni superficie è disegnata. La matita mi prepara il disegno, la base. La scelta è avvalersi, sempre, di una griglia. Il modulo è di 6 cm x 6 cm o anche sottomultiplo di 6 cm e cioè: 3 cm x 3 cm. Procedo con tagli, incisioni, appena inferiori a 6 cm (questa scelta è dettata dall’esigenza di conservare parte della superficie in laminil). Mi preparo con voluta intenzionalità il percorso: la TESSITURA.
I pannelli di laminil hanno misure diverse (L 70 cm x 100 cm, 100 cm x 140 cm) e spessori diversi (0,3 cm, 0,5 cm 1 cm) e sono bianchi o neri. Oltre alle strisce di 6 cm per una lunghezza a piacere, mi oriento verso superfici più ampie. Utilizzo le dimensioni dei pannelli forniti dal rivenditore, oppure preparo personalmente la superfice, di ogni futura opera, unendo più pannelli o ritagliandoli secondo il progetto. In conformità a quello che mi propongo, scelgo la dimensione della superficie in larghezza e in altezza.
Nelle ultime opere la scelta di non “lavorare” più l’intera superficie della lastra di laminil ma di ritagliare da questa pannelli uguali con lo scopo di assemblarli in una composizione studiata, per unirli, mi sono avvalsa secondo il progetto, di lastre di cartone di dimensioni piuttosto importanti, nello spessore di 0,5 cm.
Ogni opera è pensata e progettata avendo alla base un disegno che trova corrispondenza con la fase esecutiva ma può in corso d’opera subire delle variazioni.